Dedico questo breve manuale a tutte le persone che come me amano il proprio lavoro e da un momento all’altro si sono ritrovate confinate in casa, inermi, quasi soffocate dal pensiero di non poter più riabbracciare la normalità. Perché il Covid-19 non è soltanto un virus che silenzioso miete affetti che consideravamo inespugnabili, ma il responsabile di un forzato mutamento alle nostre più consuete abitudini. Arrivato senza alcun tipo di preavviso in poco tempo è stato in grado di gettarci addosso un presente quanto mai dato per scontato.
Le nostre vite, i nostri sogni, congelati in una dimensione a cui solo confusamente possiamo acceder, rischiano di essere minati dalla paura di un ignoto senza risposte tangibili.
Essere imprigionati nelle proprie abitazioni infatti, per la maggior parte della popolazione, significa non avere più la certezza di introiti mensili con cui far fronte alle spese quotidiane, dall’accudimento dei figli alle rate del mutuo, dalla cura della persona all’imbastimento di un semplice pasto a fine giornata.
Ed è proprio spinta da questa volontà di rivalsa collettiva che la mia testa ha iniziato il suo viaggio interiore alla ricerca di soluzioni appetibili per aggirare il problema.
Sono Francesca Carnevali, in primis moglie di Mauro e moglie di Giovanni, poi lavoratrice autonoma: consulente breakfast per strutture ricettive ed organizzatrice assieme a Stefania di eventi breakfast, brunch e brinner itineranti.
Fatta questa doverosa premessa, dopo aver ascoltato pochi giorni fa una diretta on-line di due noti albergatori della splendida città in cui ho la fortuna di vivere Riccione, mi sono chiesta:
- quando mi capiterà di essere contatta per una consulenza, dato che al momento ed aggiungerei giustamente, le priorità degli albergatori vertono su altre questioni?
- quando riuscirò nuovamente ad organizzare uno dei miei eventi itineranti?
- quali saranno le norme alle quali attenersi, i decreti e …?
Così l’indomani ho subito chiamato la consulente Valentina, la stessa che mesi fa si era gentilmente preoccupata di redigermi il Piano di Autocontrollo della mia azienda, chiedendole se ci fossero novità sulle linee guida da attuare in questi tempi nebulosi. Sfortunatamente la risposta è stata negativa, specificando che si blatera di normative e decreti che nulla hanno di definitivo. Comuni, Province, Regioni, sembrerebbero ben lontani da un comune accordo. <<Bene!>> Ho ripetuto nuovamente a me stessa <<in qualche modo, da qualche parte, occorre ripartire se voglio continuare a dar da mangiare a mio figlio, pagare le tasse e quant’altro.>>
Tornando indietro alla diretta in cui i due albergatori interagivano tra loro scambiandosi le rispettive esperienze sul settore, la seguente frase ha generato in me un’istintiva riflessione:
<<io potrei aprire la mia struttura anche domani, sono pienamente in regola con le norme haccp, i miei buffet utilizzano cupole per i dolci, refrigeratori, scaldavivande…insomma non avrei alcun tipo di problema.>>
Caro mio albergatore, i problemi li avresti eccome! Operatori e clienti aprirebbero a turno le cupole dei dolci, i refrigeratori, gli scaldavivande e, nell’eventualità ci fosse anche solo uno tra questi positivo al coronavirus, il rischio di trasmissione del contagio indurrebbe i presenti ad una quarantena forzata forse, fra le stesse pareti di quell’albergo prima destinato ad una vacanza spensierata.
COSA FARE ALLORA?
SOLUZIONE N.1
Mi rivolgo a tutte quelle strutture che dispongono di grandi buffet.
Utilizzate una parte di esso per fare spazio ed inserire più tavoli, dato che dovrà essere rispettata una distanza di 1,5/2 metri l’uno dall’altro.
Con la parte del buffet rimanente predisponete una sorta di piccolo laboratorio a vista, con esposizioni di dolci e torte quasi fosse l’invitante vetrina di una pasticceria. Il tutto messo in sicurezza da una lastra di plexiglass o altro materiale lavabile, dietro al quale un operatore o forse due si adopereranno nella preparazione live di prelibate pietanze da servire ai clienti.
Ovviamente questa saporita bottega culinaria necessiterà del supporto attivo della cucina, ma risulterà comunque una piacevole iniziativa agli occhi degli ospiti.
Ho immaginato il mini-laboratorio con due piastre per preparare pancakes dolci, salati, crepes, un piccolo forno nel quale cuocere plumcake, muffin, alzate con chiffon cake, ciambelle e biscotti della credenza.
SOLUZIONI N.2
Per le strutture ricettive con spazi più ridotti studierei un menù alla carta con almeno quattro proposte, ma comunque personalizzabili, da far trovare al cliente in camera, così che questo lo possa compilare in assoluta tranquillità e lasciare poi appeso fuori dalla porta. In alternativa, si potrebbe pensare di anticipare la scelta inviando direttamente le proposte menù on-line al momento della prenotazione.
Ogni paese vanta eccellenze del territorio piccole e rinomate chicche che costituiscono veri e propri patrimoni gastronomici. Impegniamoci ad elevare ciò che proponiamo utilizzando prodotti di qualità, raccontiamo qual’ora fosse possibile la storia delle persone, delle famiglie che si celano dietro al risultato di un lavoro svolto con entusiasmante passione, formaggio, miele o salume che sia.
SOLUZIONE N.3
Servite al tavolo un piatto unico, ad esempio un alzata con almeno tre livelli o piani rispettivamente dedicati al dolce, al salato ed alla frutta, la quale potrà essere intervallata da preparazioni di yogurt e cereali.
E PER QUANTO RIGUARDA L’APPARECCHIATURA?
Tavoli puliti, essenziali, attrezzati unicamente di runner o tovagliette americane, meglio se di stoffa. Sarà poi premura del cameriere portare al tavolo con occhi sorridenti ed un bel buongiorno squillante, un cestino munito di posate, tovaglioli, zucchero e miele italiano ed un altro ancora contenente pane, burro, marmellata e crema di nocciole possibilmente locale.
COME POSSO RASSICURARE IL CLIENTE SUL RISPETTO DELLE PROCEDURE ADOTTATE?
Per tutti i ristoratori, albergatori, panificatori, pasticceri e coloro che si avvalgono di attività di delivery, anche solo in spiaggia, dare la possibilità al cliente di osservare i processi di realizzazione e confezionamento dei prodotti, cibi o bevande che siano, risulta sicuramente importante. Si potrebbero utilizzare delle telecamere installate nei vari laboratori collegate ad un’app, così che possano essere liberamente visionabili da parte della clientela gli ambienti di lavoro e le procedure ad essi associate. Un’alternativa “meno invasiva e più social” sarebbe invece quella di creare contenuti digitali, quali video tutorial, storie, dirette, a cadenza possibilmente quotidiana o comunque costante, dove il personale addetto pubblicizza ed informa i propri ospiti sulle metodiche impiegate.
Ognuna di queste soluzioni può essere chiaramente adattata ed applicata alle varie tipologie di pasto: colazione, snack, pranzo, aperitivo, cena.
I profumi, i colori ed i sapori della tavola rappresentano sin dalle prime luci dell’alba un piacevole richiamo alla vita e alle sue infinite possibilità. Pensate solo alla dolcezza della frutta fresca, all’aroma inconfondibile del caffè, a quei sfiziosi dolcetti ricamati di fantasia, alle pagnottelle ancora calde che viziano una bocca affamata: quali che siano le vostre preferenze, resta innegabile che sarà proprio l’esperienza della prima colazione a generare quel rapporto di benessere e soddisfacimento reciproco con i vostri clienti.
Per questo motivo Covid-19 o no, ricordatevi che i sorrisi nascono sempre dai gesti più semplici, a partire da un piatto ricolmo d’amore per il proprio lavoro.